Francesco Belmonte

 

 

Scultore, architetto e maestro decoratore, visse a Rende nel XVIII secolo, nacque il 1 ottobre 1703 da Antonio e Caterina Pittò ed abitante alla Posterola.
Certamente la personalità di maggior fascino nella Rende del Settecento, fu definito dalla storiografia come costruttore poderoso e architetto di nobile gusto settecentesco.  Nonostante non avesse condotto studi specifici, lavorò con passione e competenza in tutte le chiese di Rende. Nel 1740 gli vennero affidati i lavori  di perfezionamento del Ritiro di Rende, autentico capolavoro dell’arte barocca nella provincia di Cosenza. Tra le sue opere ricordiamo, il rifacimento della chiesa Parrocchiale di Rende, la costruzione della chiesa di Santa Maria di Costantinopoli e la costruzione della cupola della chiesa di San Michele Arcangelo.
Bibliografia
Frangipane A., “La scultura in stucco nelle Chiese e negli Oratori della Calabria”, in “Br”, a.XIX, 1940, n.4, 40, Idem, “Rende e i suoi artefici”, a.IV, 1925, n.2-3. Giraldi G. “Le chiese di Rende”, Cosenza, De Rose, 1985, 124-125. Salerno F.,” La chiesa di San Michele Arcangelo”, opuscolo, 2000. F. Salerno, Atlante del Barocco in Italia: Calabria, a cura di M.R.Cagliostro, ed. d’arte De Luca, Roma, 2002.
Nel fervore costruttivo e decorativo che caratterizzò il piccolo centro cosentino nel XVIII secolo, Francesco Belmonte svolse un ruolo di primo piano.
Il ‘capo-mastro-muratore’ Belmonte nacque nel 1701. La sua attività comincia ad affermarsi nel decennio 1740-1750, come si desume dall’esame di alcuni atti del notaio Nicola Mazza in cui è più volte nominato come pubblico estimatore e misuratore di case e terreni.
Nel 1742 viene chiamato dai Padri Francescani a dirigere i lavori per le decorazioni in stucco della Chiesa di Santa Maria della Grazie, di cui elaborò anche i disegni. La semplice aula rettangolare della chiesa diviene così più articolata: con lo stucco Belmonte sottolinea ed accentua gli elementi architettonici. Fu poi impegnato, per più di tre anni, nella realizzazione della Chiesa di Santa Domenica di Fiumefreddo Bruzio, lavoro commissionato dalla Marchesa Alarcon j Mendoza della Valle.
In seguito attese, insieme al De Bartolo, alla ricostruzione della Chiesa di Santa Maria Maggiore.